La Regata storica, così com’è intesa oggi ed ormai da molto tempo, costituisce il clou delle competizioni remiere veneziane ed il sogno di parteciparvi - soprattutto di partecipare alla corsa dei gondolini - è nel cuore di ogni gondoliere, di ogni uomo del remo.

        Le radici della Regata storica, così come si presenta ai nostri giorni, indipendentemente dall’esistenza di altre regate, sono da individuare proprio in quella regata voluta dal governo veneziano nel 1315, con alcune almeno delle caratteristiche di solennità che ancora la configurano e che, proprio per tali caratteristiche, poteva essere considerata, in rapporto a quei tempi, quale regata di Stato.

Lo spettacolo remiero va suddiviso in quattro periodi:

a) dalle origini al decreto del 14 settembre 1315, emesso durante il dogado di Giovanni Soranzo, periodo durante il quale le origini della storica si fondono, almeno in parte, con quelle delle regate in genere;

b) dal decreto del 1315 alla caduta della repubblica;

c) dalla caduta della repubblica (maggio 1797) al 20 giugno 1841, data della deliberazione comunale che stabilisce una corsa annuale di gondolette  lungo il Canal Grande;

d) dal 1841 ai nostri giorni.

        Per quanto riguarda  le origini, il periodo d’inizio della regata si perde nelle nebbie della leggenda e per avere notizie che presentino un minimo d’attendibilità dobbiamo attenerci più che altro alle fonti cronachistiche o ad autori che dalle cronache tali notizie hanno attinto.

        Si ritiene che le regate intese come gare, come competizioni, esistessero in pratica già ben prima del 1315, sia pure in forma non ufficiale; ed erano “quelle che nascevano spontaneamente tra i balestrieri, uomini tra i 16 e i 35 anni, che una volta la settimana venivano portati al bersaglio di San Nicolò di Lido a esercitarsi al tiro con la balestrae ; lo stesso avvenne poi in prosieguo di tempo per frezzèri e bombardieri. Il tragitto era effettuato con grosse barche dette ‘ganzaruoli’ a 30 o 40 remi: era naturale che durante il percorso avvenisse la sfida, e la gara, tra gli equipaggi, a chi fosse arrivato per primo “. D’altronde, il fine utilitario delle prime regate - ufficiali o meno che fossero - è presente nello stesso decreto del 1315, da cui si rileva che la regata si faceva per “l’esercizio dei giovani “.

        Le regate solenni, che avevano luogo a vario titolo, entrarono pienamente nell’uso intorno alla metà del secolo XV, proseguendo poi nei secoli successivi, sino alla caduta della Repubblica.

        Tuttavia, pur considerando istituita la prima regata solenne con il decreto del 1315, fu solo intorno alla metà del secolo XV che le regate, intese come spettacolo o comunque inserite in uno spettacolo, finirono poi per indicare il tutto come avvenimento unico ed entrarono pienamente nell’uso.

        Le regate fastose, intese a destare meraviglia ed ammirazione negli ospiti, venivano effettuate soprattutto in occasione della visita di ospiti illustri, ma non esclusivamente perché  allo stesso spettacolo  si dava corso nel caso di eventi solenni come, per esempio, grandi vittorie, speciali ricorrenze, il pubblico ingresso dei Procuratori di San Marco di nuova nomina, l’incoronazione di una dogaressa ed il suo ingresso ufficiale in Palazzo Ducale.

        Le regate, durante il periodo repubblicano e soprattutto nei secoli dal XV al XVIII, si articolarono in vario modo ed in vari tipi, ma più rispondente sarebbe parlare non di regate ma di spettacolo con regate, nell’àmbito delle quali la competizione - in cui deve individuarsi la regata vera e propria nella quale è fondamentale la sportività - è in certo qual senso da considerarsi in secondo piano rispetto al tutto; non per i veneziani veri, questo è certo, ma per tutti quei foresti, turisti o meno, che allo spettacolo assistono, ammaliati dal corteo storico, dalle bissone e via discorrendo.

        Si era intorno alla metà dell’Ottocento quando si volle che la regata che si svolge oggi, nella prima domenica di settembre, esistesse con carattestiche per così dire autonome, non collegate a questa od a quella ricorrenza o festività - come del resto avviene per altre regate, quali le regate dei Ss. Giovanni e Paolo, di Murano, di Burano, di Pellestrina ed altre ancora, alcune sotto l’egida comunale, altre no, tutte esistenti anch’esse come eventi a sé stanti - ed è da allora che ha assunto quelle caratteristiche che, salvo poche varianti, esistono tuttora.

        E’ del 20 giugno 1841 una deliberazione del Consiglio comunale di Venezia che stabilisce: “Per incoraggiare i gondolieri a mantenere in onore la loro decantata destrezza, sia annualmente stabilita (a cura e spese del Comune ) una corsa di gondolette lungo il Canal Grande “; ed è questo che va considerato il vero atto di nascita dell’odierna regata storica.

        E’ però da precisare che le gondolette di cui si fa menzione nella citata deliberazione - poi denominate gondolini, così come tuttora - avevano già fatto la loro prima apparizione nel 1825, in occasione di una regata che si corse per onorare una visita dell’imperatore d’Austria.

        Si stabilì che i concorrenti dovevano essere esclusivamente gondolieri di professione - addetti ai traghetti o a pubblici servizi o de casada (al servizio cioè di case private) - e il loro numero limitato a diciotto: “…vogheranno su gondolini a due remi numerati da uno a nove, contrassegnati da colori diversi …”; in prosieguo di tempo saranno poi ammessi anche coloro che non erano gondolieri di professione, per lo più ortolani e pescatori delle isole, dimostratisi validi nelle eliminatorie ed in genere nella loro attività.

        Nel 1899, l’11 maggio, si aggiunge la cornice fastosa delle bissone e di gondole addobbate e infiorate e tutto ciò fu dovuto all’iniziativa del sindaco Filippo Grimani, amatissimo dai veneziani.

        Per quel che concerne il percorso esso è sempre quello di un tempo; le imbarcazioni partono da un punto che trovasi all’altezza di quella che era detta una volta Motta di S. Antonio, ove sono oggi i Giardini Pubblici, nel sestiere di Castello (per le imbarcazioni manovrate dalle donne, la partenza avveniva ed avviene però all’altezza della Chiesa della Salute), attraversano il bacino di San Marco, percorrono tutto il Canal Grande, girano attorno al paléto all’incirca nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria, e ritornano quindi a percorrere il Canal Grande, sino all’altezza di Ca’ Foscari, nel punto detto volta de canal dov’è il traguardo dinanzi alla machina su cui trovansi la giuria e le autorità.

        Qui i primi quattro, quelli di cui dicesi che sono arrivati in bandiera, ricevono ognuno il simbolo della vittoria ed il relativo premio; la bandiera è rossa per il vincitore, bianca - un tempo era celeste - per il secondo, verde per il terzo, celeste - una volta gialla - per il quarto. A quest’ultimo viene anche consegnato un maialino vivo, probabile allusione alla minor velocità raggiunta rispetto ai precedenti tre; un tempo, più o meno fino ad un paio di secoli fa, il maialino era soltanto dipinto sulla bandiera.

        In occasione della storica - se non andiamo errati dal 2000 - sono sorte delle polemiche con gli animalisti a causa di tale porcellino, dalla sorte evidentemente segnata. La questione concernente il maialino è tuttora aperta e si ripresenta ogni anno in occasione dell’effettuazione della regata.

        E’ dunque la storica la manifestazione che i veneziani amano di più e, nell’àmbito di essa, sono i gondolini a costituire il fulcro.

        Per quel che riguarda le gare incluse nello spettacolo, si segue il seguente schema:

a) regata dei gondolini ;

b) regata delle caorline ;

c) regata delle mascaréte ;

d) regata dei puparini

        Fra le quattro gare sopra indicate quella che viene considerata la regata per antonomasia, e ad essa infatti si riferisce la deliberazione del 1841, è la corsa dei gondolini.  Nel giorno fissato - la prima domenica di settembre d’ogni anno - i nove gondolini si allineano, all’altezza più o meno dei Giardini Pubblici, sulla linea di partenza, la cosiddetta riga; a ciascuno viene assegnato a sorte il numero d’acqua, vale a dire il posto occupato sulla riga ed è questo un fattore di grande importanza, che può rivelarsi addirittura fondamentale, in relazione all’andamento della corrente nel canale.

        Per tenere in allineamento perfetto i nove gondolini si usa il cordìn - un tempo denominato spaghéto - una corda molto sottile tesa da un estremo all’altro dello schieramento e fissata a due barche.   

        Al via il cordìn cade e i gondolini schizzano in avanti: la regata ha avuto inizio, giungerà al suo epilogo alla fine  e per giorni e giorni si discuterà su di essa, fra i gondolieri e fra la gente tutta.

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