Ponte di Calatrava
La progettazione di questo ponte, per ora così denominato dal nome del progettista, la cui costruzione ha suscitato e suscita tuttora tante polemiche sia tra i competenti, sia nell’opinione pubblica in genere, si deve all’architetto spagnolo Santiago Calatrava.
Trattasi di una costruzione che, indipendentemente dal suo valore artistico ed architettonico, è radicalmente diversa, diciamo pure in stridente contrasto, in rapporto a tutto ciò che può considerarsi in armonia con Venezia. Se si ritiene che la costruzione di un ponte là dove è prevista si è resa necessaria, ciò non significa che debba trattarsi di quel ponte, con quelle caratteristiche.
Anche quando venne costruito il ponte degli Scalzi, che sostituì il brutto ponte in ferro che lo precedeva, si adottarono dei criteri innovativi che portarono al bel ponte attuale senza per questo turbare affatto, anzi migliorando di molto, l’armonia in quel punto del Canal Grande.
‘ Un tappeto di luce sul Canal Grande’ , così Calatrava ama definire il suo ponte, il quarto ponte sul Canal Grande.
Il quarto ponte sarà un arco in acciaio di 100 metri, alto 10 m sul pelo dell’acqua, irrobustito con una serie di tralicci spaziali a V, attestato da un lato sulla fondamenta Santa Chiara, dall’altro sulla fondamentina sotto la palazzina del Dif. La pavimentazione sarà in tradizionale pietra d’Istria, mentre i parapetti, illuminati dall’interno con un gioco di luci, saranno in cristallo, con un corrimano in bronzo. Il ponte sarà più largo sulla sommità (9 metri) che non alle testate (5 metri), per fare anche da terrazza e da punto d’osservazione, senza che vi sia intralcio alla viabilità.
Il suddetto ponte, che viene costruito fuori Venezia, per inconvenienti tecnici non è ancora apparso sul Canalazzo, mentre avrebbe dovuto essere inaugurato già da vari mesi.