Ponte dell’Accademia 

Era il 10 agosto del 1488 quando, in Maggior Consiglio, venne avanzata da Luca Tron, Provveditore di Comun, la proposta di costruire sul Canal Grande - quando ancora esisteva soltanto il Ponte di Rialto in legno - altri due ponti, uno all’altezza di Santa Sofia, nel sestiere di Cannaregio, e l’altro all’altezza della cosiddetta Scuola Grande della Carità , nel sestiere di Dorsoduro, ma  tale proposta fu bocciata tra la generale ilarità.

         Quanto sopra sta tuttavia a dimostrare che già nell’ultimo scorcio del XV secolo c’era chi ravvisava l’opportunità che i due settori di Venezia - de citra e de ultra - fossero collegati da altri ponti oltre che da quello di Rialto.

        Ci si può stupire che il Maggior Consiglio avesse accolto addirittura con ilarità la proposta, ma è da tenere presente il danno che la costruzione di altri ponti avrebbe rappresentato sia per la categoria dei gondolieri da traghéto, che naturalmente ne sarebbero rimasti danneggiati, sia per i commercianti che avevano magazzini lungo il Canal Grande i quali temevano gravi danni a causa dell’impedimento che ne sarebbe derivato al transito delle loro barche da carico che all’epoca erano tutte munite di alberatura per le vele.

Sarebbero trascorsi circa cinque secoli da quella seduta del Maggior Consiglio prima che si parlasse di altri collegamenti tra una sponda e l’altra del Canalazzo .

Fu infatti soltanto nel 1838 che venne presentato il primo progetto per la costruzione di un altro ponte, che avrebbe dovuto unire S.ta Maria del Giglio a San Gregorio; nel 1843 poi si suggerì anche l’alternativa di un tunnel subacqueo che attraversasse il Canalazzo.

Il progetto vide subito la città divisa in pontisti ed antipontisti; ma erano i primi a prevalere sui secondi, anche perché nello stesso periodo era già stato approvato il progetto di costruzione del ponte all’altezza della stazione ferroviaria.

        Passarono alcuni anni fra polemiche e discussioni sul dove e sul come si dovesse erigere il nuovo ponte e fu solo nel 1853 - dopo che da tempo si era ristabilita la dominazione austriaca - che prevalse la proposta di Alfred Neville, un imprenditore inglese, specializzato nella costruzione di ponti in ferro fuso.

        Il ponte in ferro venne costruito secondo il progetto, denominandosi allora Ponte della Carità ed inaugurato il 20 novembre 1854. Il nuovo ponte era brutto, ad unica travata lunga cinquanta metri, che congiungeva San Vidal al lato opposto del Canal Grande, non certo in armonia con lo splendore del luogo in cui sorgeva.

        Intanto gli anni passavano ed il ponte, anche per l’usura del tempo, per la corrosione dovuta alla ruggine, andava rivelando, così come sarebbe accaduto per quello più o meno gemello della Ferrovia, costruito tre anni dopo di fronte alla stazione ferroviaria.

        Fu per tutto ciò che si decise di progettare e costruire dei ponti in pietra in sostituzione sia di quello dell’Accademia che di quello della Ferrovia; ma, se per quanto riguarda il secondo le cose procedettero regolarmente, non fu così per il ponte dell’Accademia per il quale i tempi di costruzione si presentavano talmente lunghi che si decise di costruire intanto un ponte provvisorio in legno ed in tal senso ci si regolò.

        Il ponte provvisorio necessitò via via di numerosi interventi; già nel 1948 le strutture portanti in legno erano in parte marcite, finché nel 1984 esso venne chiuso al traffico.

Il ponte che attualmente si vede è stato riaperto al transito nel 1986 dopo oltre 2 anni di lavori durante i quali il passaggio pedonale è stato reso possibile da un altro vero e proprio ponte in legno, poggiante su pali, costruito lungo il lato a levante del ponte principale.

Pur rispettando le stesse caratteristiche estetiche che aveva il ponte provvisorio, quello attuale dispone oggi di una struttura portante completamente in ferro ma rivestita in legno a puro scopo decorativo.

 

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