Ponte di Rialto

 

Le prime notizie sul ponte di Rialto risalgono al 1172, quando, secondo alcuni cronisti pur di epoca più tarda, esso era fatto ‘di burchielle’ ossia poggiante su barche; soltanto attorno alla metà del secolo successivo fu rifatto più largo e sopra pali.

Sarebbero trascorsi secoli perché venisse costruito in pietra, ma prima che ciò avvenisse il ponte passò attraverso traversíe d’ogni genere, deteriorandosi continuamente e presentando necessità di riparazioni e parziali rifacimenti. Un totale rifacimento, dice il Sanudo nei suoi Diari, avvenne soltanto nel 1432 e fu il 13 Agosto di tale anno che fu riaperto al pubblico; a differenza però di quello precedente e pur mantenendone la linea, presentava “l’aggiunta di ‘spalliere laterali ‘ “ .

Si trattò tuttavia pur sempre di provvedimenti, di lavori, che non risolvevano il problema alla radice e più di una volta accadde che il ponte crollasse, generalmente per l’affollamento che si verificava durante la visita di qualche eminente personaggio.

Fu in occasione dei tanti restauri, precisamente quello del 1458, che per la prima volta comparve ufficialmente nei documenti scritti, l’idea di ospitare delle botteghe sopra il ponte per ricavarne un reddito annuo a beneficio dell’Ufficio del Sal, che aveva in carico l’onerosa manutenzione della struttura. Le botteghe furono infatti costruite però senza allargare il ponte stesso e quindi a totale scapito della larghezza della strada. Parecchi furono  i progetti presentati per la costruzione del ponte al fine di superare difficoltà ricorrenti ed infine si decise di affidarne la realizzazione ad Antonio da Ponte.

Il Sansovino annotò:“… à primo di Febraro del 1587. si principiò a demolire il Vecchio“ cioè il vecchio ponte in legno“ a cavar il terreno per gittar le fondamenta del nuovo Edificio, cavandolo sotto piedi 16. Sì dalla parte di San Bortolamio, come dalla parte di Rialto, nel qual fondo, vi fissero dodici milla palli.”

I lavori per la costruzione del nuovo ponte iniziarono nel 1588, sotto il dogado di Pasquale Cicogna, non senza provocare polemiche ed ulteriori interruzioni, sino a quando l’opera fu portata a termine in soli tre anni e cioè nel 1591.

        Dal 1591, anno in cui ne fu portata a termine la costruzione e sino al 1854, anno di costruzione del ponte dell’Accademia - nel 1858 sarà poi la volta del ponte degli Scalzi, di fronte alla stazione ferroviaria - il ponte di Rialto fu il solo ad unire le due sponde del Canal Grande, con la sua arcata di oltre 28 metri, sostenuta da dodicimila pali di legno di olmo e da grandi tavolati di larice.   

Vari ma non di grande entità furono i restauri cui fu sottoposto il ponte che, quando nel luglio del 1592 si abbatté sulla città il più violento terremoto che la storia ricordi, ne uscì indenne.

Nel 1643 e nel 1685 si dovette provvedere a riparare i danni provocati da incendi alle botteghe (conseguenza quindi di eventi fortuiti, non imputabili a difetti od a deterioramento del ponte); nel 1824 vennero restaurati gli arconi superiori, nel 1852 vennero sostituiti i rivestimenti e le parti in marmo delle gradinate; ed altri lavori minori furono effettuati, anche in tempi recenti, tra cui un lavoro di manutenzione nei primi anni del XX secolo.

Fu agli inizi del 1980 che il ponte - ed a tanto provvide per il finanziamento una Fondazione privata - ebbe un restauro integrale con pulizia esterna dei marmi pesantemente anneriti dall’inquinamento atmosferico, sistemazione delle gradinate e rifacimento delle coperture in piombo delle botteghe.

        E’ comunque da dire che il ponte di Rialto non è fra le cose più belle di Venezia: imponente, sontuoso, capolavoro di ingegneria con la sua unica grande arcata, senza dubbio, ma dal punto di vista artistico delle riserve si impongono.

 

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