All’origine dell’esistenza della gondola dobbiamo prima di tutto individuare un’esigenza pratica; sarebbe errato pensare che sin dagli inizi la gondola sia stata un determinato e ben individuabile tipo di imbarcazione, poiché poteva trattarsi sia di un’imbarcazione leggera, quella indicata allora come scaula, barchetta, sia di un’imbarcazione più pesante, già denominata gundula e l’una e l’altra avevano  lo stesso scopo: consentire lo spostamento di uomini e cose sull’acqua, da una casa all’altra, da casa a chiesa .

        Le cose andranno poi lentamente mutando, la gondola continuerà sì ad avere una funzione prevalentemente pratica sia sul terreno privato che su quello pubblico, in particolare per quel che riguarda i traghetti, ma avrà anche un significato di rappresentanza per così dire ufficiale di Venezia, verrà usata dalle autorità della repubblica, nei suoi vari aspetti e funzioni, come simbolo di opulenza e di onnipresenza del potere e per questo si è parlato di aspetti politici; di essa si avvarranno anche i rappresentanti di Paesi stranieri per i propri ambasciatori, per i propri inviati, in gara fra loro per meglio figurare e non esser da meno l’uno dell’altro: ed ecco quindi la gondola assumere un significato di prestigio ed anche qui la politica - in tali casi estera - è presente.

Con il trascorrere del tempo ed in relazione all’evolversi del quadro generale nella sua configurazione politica, letteraria, di costume, a tutto ciò si va intanto sempre più affiancando anche una diversa immagine della gondola e diversi saranno i due aspetti che di essa si presenteranno.

Da un lato comparirà - e durerà a lungo – quell’interpretazione per così dire romantica di tale immagine: “Falce di luna caduta nel mare per ospitare due giovani amanti….. ma nel contempo ha qualcosa di lugubre, con il suo nero felze, tutta la gondola è ormai divenuta nera – e secondo taluni richiama l’aspetto di una bara; la gondola divenuta persino strumento di oscure trame dello Stato, che si avvale a volte del  gondoliere quale prezzolata spia degli Inquisitori della decadente repubblica.

In parallelo la gondola sarà il simbolo, sin dalla fine del Cinquecento e fino a quando la Repubblica durerà, di una Venezia che sarà sì centro di cultura e di arte ma anche - e progressivamente sempre di più nel ‘700 - di godimento e di piacere, ove la gente di tutti i Paesi accorrerà a cercarvi avventure e spassi d’ogni sorta, ove alla fine, persino all’approssimarsi dell’agonia - che peraltro molti sembrano non avvertire - dilagherà, praticamente perenne, il Carnevale. Ed al centro di tutto, sempre e comunque, vi sarà la gondola.

L’inizio di questa evoluzione può essere posto più o meno sul finire del XV secolo. E’ infatti da allora che “ … l’evolversi della gondola comincia a seguire criteri di costruzione tecnici, e anche esornativi, ben delineati: alleggerimento dello scafo … diminuzione della superficie di attrito sulle acque mediante rialzamento della poppa e della prua; facilità di manovra, velocità, decorazione dell’imbarcazione e comodità del passeggero … “ .

La gondola del Cinquecento é quella che si può considerare la progenitrice della gondola attuale, essa misurava m 9,24 di lunghezza contro i m 10,87 dell’attuale e m 1,65 di larghezza contro i m 1,42 attuali; si rileva come la prima fosse più larga e più corta, e quindi meno snella di quella odierna.

        Una caratteristica che evidenzia l’originalità della gondola in rapporto a qualsiasi altra imbarcazione è rappresentata dal fatto che non ha chiglia e soprattutto è il solo esempio che si conosca di imbarcazione asimmetrica, avendo essa il lato sinistro più largo del destro, misurando questo 24 centimetri in meno dell’altro; asimmetria legata soprattutto alla navigazione interna della città lagunare, negli stretti canali, i rii, con improvvise svolte ad angolo retto.

Tra la fine del600 e gli inizi del ‘700 in poi la gondola subirà delle trasformazioni che gradualmente la porterà al tipo attuale al quale ormai tendono, nel XVIII sec., le imbarcazioni rappresentate nei dipinti dei vedutisti veneziani come il Guardi e il Canaletto.

La caduta dello Stato veneziano nel 1797 indirettamente influenzò ulteriormente la forma della gondola. Costruita per essere spinta innanzi da due uomini, da questo momento in poi essa deve far uso di uno solo, perché il mantenimento di due uomini è troppo costoso. Diminuisce così la superficie dello scafo a contatto con l’acqua e si allungano le estremità. In questo modo l’imbarcazione diventa più maneggevole e capace di fare perno sul suo asse in quanto spinta da un solo remo, requisito questo indispensabile per girare nei curvi canali di Venezia.

Quanto a coloro che conducevano le gondole, cioè: i gondolieri, si dividevano in:

-gondolieri da traghetto, operanti in quegli stazi dove le gondole si noleggiavano e tuttora si noleggiano nei pochi stazi oggi ancora esistenti;

-gondolieri de casada, cioè coloro che prestavano la loro opera presso famiglie private, quasi sempre patrizie o di ricchi borghesi.

Erano da considerarsi stazi sia quei punti che corrispondono praticamente ai posteggi dei taxi nelle città di terraferma, sia quelli ove stazionano le gondole adibite al servizio di traghetto da una sponda all’altra del Canal Grande (la traversata ed il relativo costo chiamasi parada ).

 

 torna su

chiudi