Il modulo sperimentale delle paratoie mobili (MOSE) - In che cosa consistono le opere mobili individuabili nel MOSE? Esse sono costituite da una serie modulare di paratoie a spinta di galleggiamento accostate l’una all’altra, incernierate sul fondo e tra loro indipendenti, con le quali chiudere i canali di bocca tutte le volte che la marea supera il livello di + 110 cm. rispetto allo zero mareografico di Punta della Salute .
Qual’è il loro sistema di funzionamento? “ Fintanto che non esiste il rischio di allagamento dei centri abitati in laguna, le paratoie rimangono adagiate in un apposito recesso ricavato nel fondale del canale di bocca. In questa posizione le paratoie sono piene d’acqua. Per previsioni di marea che superano i livelli di 110 cm. l’acqua contenuta nelle paratoie viene spiazzata dall’aria compressa, appositamente generata, determinando il loro sollevamento …” . E’ qui da chiarire che le paratoie si sollevano sino ad emergere ruotando attorno all’asse delle cerniere. “ L’abbassamento della paratoia per raggiungere la posizione di riposo nel recesso viene ottenuto mediante semplice apertura di valvole che consentono l’espulsione dell’aria precedentemente immessa “. Il progetto delle suddette opere mobili alle bocche di porto si basa su studi, prove e analisi fondati su modelli matematici e fisici.
Sin dall’inizio erano state prese in esame diverse soluzioni di intervento, sia per ubicazione, che per tipologia e modalità, e questa analisi comparativa ha portato alla scelta di un sistema di difesa con paratoie mobili in grado di isolare temporaneamente la laguna dal mare.
Dopo l’analisi di vari modelli di paratoie è stata scelta, in quanto ritenuta la più efficace, la paratoia “a ventola a spinta di galleggiamento oscillante e a scomparsa “ ; quanto alla localizzazione più idonea si è individuata quella all’interno delle bocche di porto. Inoltre, per studiare gli effetti sull’idrodinamica e l’efficienza delle opere in diverse condizioni di moto ondoso e di marea, sono state eseguite prove su modelli fisici realizzati al Centro sperimentale per modelli idraulici di Voltabarozzo, nonché analisi su modelli matematici unidimensionali e bidimensionali.
E’ stato inoltre eseguito - tra il 1988 e il 1992 - un esperimento con un prototipo di paratoia in scala reale, quel MOSE - Modulo Sperimentale Elettromeccanico - da cui tutto il progetto prende il nome.
Il MOSE, installato nel canale di Treporti, vicino alla bocca di porto di Lido, ha consentito di verificare il funzionamento del sistema e il comportamento di componenti e materiali in condizioni reali. Trattandosi di una singola paratoia, e non di una schiera che si salda alle due rive del canale, il MOSE è stato installato in uno scafo dotato di torri e altre strutture di servizio (sale comando e controllo, uffici) che, in condizioni normali, si troverebbero sulle sponde del canale di bocca.
Il MOSE ha permesso di sperimentare e mettere a punto i sistemi cerniera-connettore, i sistemi di immissione dell’aria compressa per espellere l’acqua e consentire l’innalzamento delle paratoie, i sistemi per regolarne l’inclinazione, le vernici protettive, i sistemi per rimuovere la sabbia dal recesso di alloggiamento. Sul MOSE sono stati inoltre sperimentati i materiali, la collocazione ottimale dei componenti, la reazione all’aggressione degli elementi naturali. Il progetto, ultimato nel 1992, è stato approvato dai massimi organi tecnici di controllo.
Ciascuna paratoia è costituita da una struttura scatolare metallica vincolata attraverso due cerniere all’alloggiamento. Misura 20 m. di larghezza ed ha altezza e spessore variabili ( 20/30 m. - 4/5 m.) a seconda della profondità del canale di bocca. Gli alloggiamenti sono cassoni prefabbricati in calcestruzzo armato, posti all’interno di uno scavo e non sporgono al di sopra del fondale. Gli alloggiamenti contengono anche le gallerie.
Per ottimizzarne la localizzazione sono state analizzate diverse alternative. La soluzione scelta è stata quella di conservare le sezioni dei varchi di accesso alla laguna quanto più vicine possibile a quelle attuali, per non modificare i volumi d’acqua scambiati tra mare e laguna. Occorrono 18 paratoie alla bocca di Chioggia, 20 a quella di Malamocco, mentre alla bocca di Lido, larga il doppio, è previsto un elemento intermedio tra due schiere rispettivamente di 21 e 20 paratoie “. Il numero totale delle paratoie da installarsi alle bocche di porto - che come si è visto sono tre - è quindi di 79.
Dopo lunghe discussioni e proposte il Consorzio Venezia Nuova al quale era stato affidato l’incarico, in data 30 settembre 2002 ha consegnato un progetto definitivo di tutto il sistema Mose, con l’adeguamento del progetto delle opere mobili e l’introduzione delle opere complementari e della conca di navigazione.
Il progetto definitivo aggiornato, in data 8 novembre 2002 viene approvato dal Comitato Tecnico di Magistratura e comprende tutte le opere previste nell’àmbito del Piano per la salvaguardia di Venezia e precisamente:
- quattro barriere mobili da realizzare alle bocche lagunari di Lido, Malamocco e Chioggia;
- conche di navigazione per assicurare il transito delle navi alla bocca di Malamocco ed il transito dei mezzi di sicurezza e delle piccole imbarcazioni attraverso ciascuna bocca lagunare;
- opere complementari atte ad aumentare le capacità dissipative nei canali alle bocche di porto.
Il 14 maggio 2003 il Presidente del Consiglio ha inaugurato ufficialmente i lavori per la realizzazione del MOSE; la cerimonia si è svolta a Venezia presso la Scuola Navale Militare Francesco Morosini, presenti il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, il Ministro dell’Ambiente ed il Presidente della Regione Veneto; per completare l’esecuzione del sistema MOSE sono previsti otto anni.
Il 28 gennaio 2005 si conclude la Valutazione di Impatto Ambientale Regionale con parere favorevole di compatibilità ambientale.
E’ da tenere presente che il sistema delle paratoie mobili, secondo il progetto definitivo, comporta la presenza di opere complementari e cioè di strutture definite di spalle poste ai lati del canale di bocca che hanno la funzione di locazione degli impianti di immissione e scarico dell’aria dalle paratoie.
Infine il nodo chiave del progetto è la prevista realizzazione di un bacino detto porto rifugio e la relativa conca di navigazione per consentire il riparo delle imbarcazioni e del naviglio minore nel caso che questo, di ritorno dal mare, trovasse le paratoie sollevate e di conseguenza non fosse possibile l’accesso.
Il Consorzio Venezia Nuova precisa che lo scopo finale di questi ricoveri è quello “di evitare riflessi economici negativi creati dall’eventuale impedimento al transito durante la chiusura delle schiere di paratoie, dei pescherecci o delle imbarcazioni di tipo escursionistico, con ripercussioni sull’attività della pesca e del turismo “.
Queste ulteriori strutture previste dal progetto definitivo potrebbero avere delle ripercussioni negative sull’ambiente ed in particolare lo spazio necessario per la costruzione della conca di navigazione potrebbe determinare l’alterazione dei beni storici come i Murazzi, i cippi di conterminazione e il Forte stesso al quale viene annessa la spalla di supporto del sistema delle paratoie.