Il moto ondoso è un: “ …cancro che sta minando la sopravvivenza fisica stessa della città e della laguna “
Anche se, a proposito di questo fenomeno, sono state effettuate indagini sulla pressione del traffico a motore, studi sulle carene e sui propulsori e proposte di sistemi automatici di controlli, ben poco è stato fatto.
E’ da precisare che è improprio parlare di fenomeno nel vero senso di tale termine che di norma deve essere rapportato al significato che esso riveste nella natura e nella scienza; il moto ondoso infatti è qui l’aspetto di una realtà, tutta negativa, pervicacemente, egoisticamente voluta dall’elemento antropico.
Ma che cos’è il moto ondoso, in che cosa consiste, quali sono le sue manifestazioni tanto in laguna che nei canali interni ? E’ indispensabile, è urgente porre costantemente a fuoco la pericolosità che esso comporta ponendo nella massima evidenza che tale pericolosità non è inferiore a quella dell’acqua alta ed è proprio questa sottovalutazione che rende il pericolo ancor più grave. Si tende infatti - o quanto meno si tendeva sino a qualche tempo fa - a puntare i riflettori assai più sulle alte maree che sul moto ondoso, a ignorare - volutamente o per superficiale conoscenza o peggio per malafede - come invece tanto le prime che il secondo siano sullo stesso piano; e su tale comportamento influisce il fatto che il fenomeno dell’acqua alta si presenta per così dire più appariscente, è, ogniqualvolta si verifica, sotto gli occhi di tutti, a tutti crea disagi immediati , in altri termini è meno subdolo di quel cancro che è il moto ondoso .
E’ diffuso il convincimento che il problema del moto ondoso abbia cominciato a presentarsi concretamente una quarantina di anni fa o meglio che a quell’epoca risalga la presa di coscienza di tale problema .
Ma le origini prime, con ciò intendendo la comparsa della navigazione a motore in laguna, sono da ricercare in molto tempo addietro, la genesi si potrebbe addirittura far risalire alla seconda metà del XIX secolo, quando per la prima volta - nel 1858 - ad un servizio sino ad allora esclusivamente riservato ad imbarcazioni a remi un altro se ne affiancò, collegando Venezia al Lido, nello stesso periodo in cui appunto al Lido era sorto il primo stabilimento balneare; tale servizio fu affidato ad un’ex-cannoniera della flotta austriaca, la Alcoch, in grado di trasportare circa duecento persone.
Fu così che la propulsione a motore fece la sua prima apparizione nelle acque lagunari, ma risale al 1881 l’introduzione a Venezia di un servizio di linea regolare costituito da quei battelli a vapore primo di essi si chiamò Regina Margherita - che ancora oggi vengono denominati dai veneziani vaporetti in quanto per un lungo periodo, sino alla seconda guerra mondiale, la motorizzazione di tali mezzi era a vapore. E già il 20 giugno dello stesso anno si legge nella Gazzetta di Venezia che si ebbe da parte dei gondolieri la prima protesta contro l’introduzione dei nuovi mezzi, e scettica e diffidente fu agli inizi l’accoglienza da parte della popolazione.
Il problema dei danni creati dal moto ondoso a Venezia ed in laguna, a seguito dell’introduzione dei mezzi di navigazione a motore, è in continuo aumento e peggioramento.
Rilevamento di moto ondoso in Canal Grande presso la stazione di Punta della Salute Comparazione dati: marzo 2000 - marzo 2002. |
|||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||
Legenda: |
|||||||||||||||||||||||||
Hs = altezza d'onda significativa (media del terzo delle onde più elevate) nell'arco di tempo considerato. | |||||||||||||||||||||||||
Hm = altezza d'onda massima nel arco di tempo considerato. | |||||||||||||||||||||||||
Nota:marzo 2002:abbassamento dei valori di Hs ~ 23% abbassamento dei valori di Hm ~ 25% |
Mediamente ogni giorno le barche che circolano in laguna sono per il 94% a motore e solo per 6% a remi o vela: un esercito di barche a motore spesso caotico, senza regole e che corre ad elevate velocità.
La maggior parte di coloro che usufruiscono delle acque della laguna come mezzo di spostamento, sono motoscafisti, trasportatori, conduttori di mezzi acquei pubblici, diportisti a motore.
Il moto ondoso causato dal passaggio di imbarcazioni con scafi non consoni, per forma dello scafo e potenza dei motori, determina un grave impatto sulla delicata struttura edilizia della città e delle fondazioni degli edifici, prospicienti l’acqua, che sono stati costruiti per altro tipo di traffico.
La situazione è sfuggita di mano: ovunque in laguna si vedono solo le scie bianche di schiuma e le rive delle isole si erodono, i fondali si appiattiscono, gli edifici cominciano a crollare; esiziali sono le conseguenze del moto ondoso anche su bricole e paline.La laguna non è più un’oasi di pace: l’onda batte e ribatte implacabile e tutto distrugge.
Sono necessarie misure di controllo e di tutela al fine di garantire la salvaguardia fisica della città: eliminare il traffico a motore oggi non è pensabile ma bisogna tener conto dell’esigenze degli abitanti e di quelle dell’ambiente naturale ed architettonico. La laguna di Venezia non può competere per velocità di trasporti né di persone né di cose con le realtà di terraferma, è un ambiente a misura d’uomo e come tale va tutelato.